sabato 30 ottobre 2010

Tempo di feste

Ghirlanda di Tempo di Cottura
Quando inizi una corsa aspetti il momento in cui il fiato si spezzi, per proseguire con un migliore controllo dei movimenti, i muscoli caldi e via il fiatone. Vuoi continuare con la sensazione di meno fatica, con il sudore che si asciuga al vento. Ora il mio respiro si è rotto.

Le giornate procedono faticosamente, ingolfate, pesanti ma ci sono cose che hanno preso la loro strada.

L'asilo di Leo e Picca per esempio. Ho riconquistato il mio posto la mattina accompagnandoli io e questa cosa mi piace da morire. La scuola è la stessa per entrambi. Le classi e quindi le maestre diverse. Sia Leo che Picca si sono ambientati velocemente. Sono così cattiva che fin dall'inizio mi hanno salutata senza lacrime e dolori. Quando succede i genitori si disperano. Quando non succede si disperano lo stesso perché pensano che ai loro figli non freghi nulla di loro.

Comunque la routine è partita e con essa sono comparsi i primi biglietti da parte dei compagni di classe per invitarci alle feste di compleanno. Leo e Picca tornano con questi pezzetti di carta fotocopiati con Hello Kitty o Spiderman e ogni volta li attacco al frigo con la calamita di turno. Poi passato il giorno li butto nel secchio della carta. Senza essere andati alla festa. Perché? Perché queste feste sono tutte organizzate dal lunedì al venerdì alle ore 16:00 e io a quell'ora lavoro sempre.

Perché, lo chiedo io. Perché?

Chi riesce a portarli? Possono a quell'ora del pomeriggio quando io mando la tata a prenderli? Tutte le mamme o i papà possono?
Un po' mi dispiace non poterli portare perché sarebbe una buona occasione per conoscere altri genitori e socializzare ma soprattutto per loro. E' evidente che lo vorrebbero.

Ho provato a chiedere in giro per capire come gestire la cosa.
Una soluzione potrebbe essere mandarli con la tata ma per quanto per loro potrebbe essere una cosa normale, perché per loro normale è questa presenza, probabilmente sono io che mi riempio la testa di pensieri. Non potrei tollerare che il troll di turno faccia loro notare che vanno alle feste con la baby sitter invece che con la mamma.

Oppure potrei sperare in altre mamme libere in quell'orario. Già ma io poi quando rispetto il mio turno? E soprattutto quando le conoscerò mai queste mamme se lavoro sempre?

Altra soluzione potrebbe essere semplicemente fregarmene e aspettare la mamma che ci inviti di sabato o di domenica. Le faranno pure delle feste il sabato o la domenica!

Dovrei forse iniziare io?

martedì 19 ottobre 2010

Dalla parte delle bambine cattive

More about Dalla parte delle bambine

Dopo la giornata rosa di ieri dedicata alla campagna per la prevenzione del tumore al seno e il sostegno di LILT, scrivo oggi a favore del superamento degli stereotipi di genere e lo faccio da Genitori Crescono.

Colorare una giornata di rosa deve poter continuare nelle nostre vite quotidiane, impegnandoci a non mettere nella testa dei nostri figli che ci sono limiti dipendenti dal loro essere maschio o femmina.

Insegniamo loro a colpire e lottare contro i veri limiti e non perdere tempo ed energia creativa dietro alle false distinzioni di sesso.

Solo facendo il possibile per fare quello per cui ci sentiamo portati ci renderà liberi da stereotipi, tipizzazioni e pregiudizi.

Questo post partecipa al blogstorming.

domenica 17 ottobre 2010

Vintage per sempre, versione MC

Audrey Hepburn e Ferragamo
Ero partita con un commento diretto al post di Paola sulla nostra giornata al Castello di Belgioso a godere di un mercato-mostra del vintage, ma poi mi sono spostata qui per dedicarci un pensiero.

E' stata una decisione compulsiva così come talvolta ci si lascia prendere da un acquisto pazzo. Abbiamo letteralmente trascinato Polly e spontaneamente ne è uscita una bella giornata colma di aneddoti che io non riuscirò a riportare.

Ammetto che questa volta invece di sentirmi in colpa per i miei figli a cui ho sottratto malvagiamente un sabato, mi sono sentita in debito verso diverse persone che immagino sarebbero venute volentieri, nonna cattiva inclusa. Ma certe cose nascono così, nel casino del quotidiano quando non hai tempo neanche per fare il cambio degli armadi eppure preferisci e riesci a spingerti su un regionale puzzolente, molto più decadente di vestiti usati che a naso ti aspetteresti pieni di muffa.

Per quel che mi riguarda la muffa invece cresce solo sulle mie buone intenzioni.


Alla fine della giornata sono tornata a casa volando, leggera come quel vestito di organza corallo chiaro che Paola ha provato e le stava da dio.

La cosa che mi piace del vintage è che sembra che le cose abbiano un'anima, tirino fuori una personalità, quella delle persone che le hanno pensate, create e di quelle che poi le hanno indossate, tenute negli armadi e poi regalate o vendute perché ne erano stufe.

Ci sono cose orribili, altre insignificanti, altre meravigliose e altre, a prescindere dal tempo, semplicemente belle. Tutto questo non per tutti, per ognuno in modo diverso. Il vintage accontenta tutti. C'è chi comprerebbe cose che tu non sapresti neanche da che verso girare. Ci sono pezzi che si rimodellano sul corpo inaspettatamente, diversamente da quello che capitava su chi se n'è disfatto. Ho sempre creduto che ogni cosa possa avere una sua collocazione e un suo contesto. Mi chiedo cosa direbbe la loro memoria; se chi li ha indossati ha riso molto con quel vestito o pianto ricevendo quell'accessorio; se è stato tradito e tirato contro il muro quel confanetto un po' ammaccato; se ha appiccicato una vera etichetta Coco Chanel sul cappotto fatto a mano; se è morto o ancora vivo.

C'è chi non indosserebbe mai cose appartenute a un defunto negandogli così la possibilità di continuare a vivere, nella stessa scelta, nel tessuto ancora prezioso o semplicemente consumato, ancora con qualcosa da dire. Tutto questo ha un sapore animistico ma non è meglio che rattristarsi a un funerale o nei cimiteri che per me non hanno alcun senso?

Dalla giornata vintage ho riportato indietro un paio di scarpe di Ferragamo, verde acido con un cinturino di quel colore cuoio che Paola abbina con tutti i colori; le Ferragamo ancora senza numero, quando le facevano su misura, conservando il modello di legno delle clienti. Come Cenerentola le ho provate e sono scivolate come un guanto.

Sono stata bene, sempre più cosciente del fatto che con una buona capacità di rovistare, nella rete si trovano cose, oops, no PERSONE, davvero uniche e preziose.