martedì 29 marzo 2011

Motori Ruggenti

 
Ecco, ci siamo... Concentrati... Velocità, sono pura velocità. Un vincitore, 42 perdenti: i perdenti io me li mangio a colazione. Colazione? Forse avrei dovuto fare colazione, ora mi sentirei meglio... No no no, resta concentrato... Velocità... Sono rapido. Più che rapido, sono una saetta! (Saetta McQueen- Cars)
Chi parla non è MC, ma quando inizio a vedere questo film con i miei bambini, davanti a una ciotola di pop-corn, mi piace ascoltare queste parole di auto-motivazione che Saetta McQueen si racconta prima di iniziare la gara. Mi sembra di ascoltare quello che non sono, una persona poco competitiva che non ama dividere il mondo tra vincenti e perdenti. Eppure mi piacciono le sfide e mi piace farcela, ma contro me stessa e non contro degli avversari. Tutto questo suona molto buonista (io che sono una Mamma Cattiva) ma la mia vita racconta questo e non posso negarlo.

È un periodo in cui mi interrogo molto sul mio reale grado di competitività. Mi sforzo di tirare fuori un po' più di grinta e di energia anche con l'intento di trasmetterlo a Leo e Picca.

"Non ci riesco" dice Leo, "non ci (r)iesco" dice Picca.
"In questa casa le parole non ci riesco non esistono" risponde MC.
"Esistono delle parole magiche che hanno il potere di far riuscire le cose".
"Dimmi, MC, dimmi, quali sono queste parole magiche?".
"Ci provo" dice MC.
"Ci p(r)ovo" scimmiotta Picca.

Facciamo una prova. Leo la mattina non riesce ad allacciarsi i pantaloni.

"Non ci riesco" dice Leo.
"In questa casa le parole non ci riesco non esistono" risponde MC.
"Esistono delle parole magiche che hanno il potere di far riuscire le cose".
"Dimmi, MC, dimmi, quali sono queste parole magiche?", chiede Leo.
"Ci provo" dice MC.
"Ci p(r)ovo" scimmiotta Picca.
"CI PROVO" grida Leo e tre secondi dopo il bottone scivola nell'asola.
"Vedi? E' una parola magica. Se poi capiterà che non funzioni insisti e se proprio non funziona, mi vieni vicino e mi chiedi aiuto. Solo dopo aver provato la parola magica. Puoi anche dirla piano piano, senza che nessuno ti senta, "a bassa voce". In quel caso funziona meglio."

Siamo tornati dalla nostra prima settimana bianca tutti insieme.

Dopo ben venti anni ho rimesso gli sci ai piedi, io che ho iniziato da grande (se a 17 anni ci si può definire grandi), io che le prime volte recriminavo i miei genitori per non avermi messo su un paio di sci da piccola, quando non si conosce la paura, io che ce l'ho messa tutta per recuperare un po' di padronanza. Poi ho di nuovo smesso. Non so proprio perché. I fatti della vita.
E dopo venti anni è stato come rimontare su una bicicletta. Via giù per i pendii innevati.

Con Leo e Picca ho deciso di dare loro l'opportunità di scegliere. In questo momento sono io che li conduco. Più avanti decideranno loro cosa farne. Ma almeno potranno scegliere.

Il bilancio di questa prima esperienza è stato positivo. Si sono divertiti, hanno preso confidenza. Durante l'orario del corso, ogni tanto andavo a sbirciarli ma nascondendomi perché non volevo condizionarli e mi venivano le lacrime agli occhi. Hanno fatto la "gara" di fine corso senza neanche capire cosa fosse una gara. Leo ha detto di essere sceso piano perché ha sentito Picca dirgli di andare piano. Io mi sono resa conto di non aver spiegato loro cosa è una gara mentre scendevano.

Da lontano, ne sono certa, sentivo Leo e Picca sussurrare "a bassa voce": ci p(r)ovo.

[1 aprile 2011] Aggiornamento del post: Ieri mattina, solita scenetta ma gestita dal doc, i bambini che devono vestirsi per andare a scuola e Leo e Picca che dichiarano l'ennesimo "Non ci riesco". Io intercetto lo sguardo di Leo e al mio occhietto lui dice prontamente "ci provo". Il doc scatta e dice "No, ci provo, ci riesco e basta!" Della serie "andiamo dritti all'obiettivo". Secondo me il doc ce l'aveva con me. ;)