Se avessimo l'opportunità di chiedere l'istituzione di una nuova festività nel calendario "lavorativo", proporrei di garantirci un giorno di vacanza in una città dove per tutti gli altri è un giorno di lavoro.
Questo l'ho scoperto quest'anno che lavoro in una città diversa da dove vivo per cui il giorno del santo patrono me ne sono rimasta a casa mentre il resto del mondo, il doc, i miei bambini, gli amici conducevano la loro vita normale.
[opera di Marta Czok - La spiegazione]
Mi sono alzata presto, ma non troppo, insieme a tutti. Ho fatto colazione senza ingozzarmi. Mi sono fatta carina e non per motivi professionali e ho portato i bambini a scuola.
Rewind: Che quel giorno li avrei accompagnati a scuola, Leo lo sapeva da un po' ed era molto gasato. La sera prima sono arrivata che erano appena andati a letto e sono corsa ad annusarli. Picca era ancora un po' sveglia e mi ha abbracciata. Leo, come sempre era crollato in quei circa trenta secondi ma appena gli ho piantato la bocca sulle guance è scattato in piedi e mi ha detto "Oggi mi po(r)ti tu a scuola?".
Back Forward: La prima è stata Picca. Dal passeggino ogni tanto si girava per capire se veramente ero io o un ologramma e sorrideva sorniona. Leo mi stringeva la mano e saltellava. Al nido le maestre mi hanno riconosciuta perché due anni prima ci portavo Leo, allora con il pancione e poi con la piccola ai corsi di massaggio. Che tempi! Pur di schivare la depressione mi muovevo compulsivamente per le strade.
Dopo toccava a Leo e abbiamo preso un autobus, solo due fermate che per Leo è come andare sulla giostra (e costa pure meno).
Alla materna sono arrivata quindici minuti in ritardo e la maestra (antipatica quanto una puzza) mi ha sgridata. Aveva ragione. Le regole sono regole. Io però ero solo un sorriso e l'ho ignorata. In fondo in tutti gli altri giorni dell'anno Leo è il primo che entra. In compenso ho conosciuto la nuova maestra, quella brava e simpatica (sarà un caso che Leo nomina solo lei). Che questo sia successo a gennaio è sempre meglio che non averla conosciuta affatto. Mentre aiutavo con il grembiule, Leo mi ha bisbigliato nell'orecchio che era tanto che non andavamo a bere insieme una cioccolata calda. "Fa feddo", mi ha detto. "Ok, ci andiamo quando ti vengo a prendere". "Mi vieni pu(r)e a p(r)ende(r)e?"...
Dopo è stato un delirio di onnipotenza. Ho sentito l'amica S. e siamo andate insieme a fare la seconda colazione. Siamo state da Fram Cafè, un luogo delizioso nel centro storico di Bologna, anche questo meta preferita del mio periodo di maternità. Il nome del locale prende spunto dal rumore sordo della caduta del quadro nel film "La leggenda del pianista sull'oceano" di Tornatore, quando in un giorno qualunque e all'improvviso tutto può cambiare. La proprietaria, Elena, ha chiamato così questo posto magico, in onore delle svolte nella vita (quando appunto fai FRAM!) invitando chi passa a lasciare in una gabbietta un messaggio, esprimendo un desiderio di cambiamento. Per me ha funzionato.
Poi non mi sono persa una vetrina. Volevo fare qualcosa di intelligente ma sono riuscita solo a seguire i cartelli SALDI.
Ho provato a raggiungere l'amica N. per disturbarla a lavoro, ma sono stata risucchiata dalla passeggiata. Ho comprato dei regali, un libro per i miei bimbi, costato un occhio della testa, di un'illustratrice che mi piace molto: Un leone a Parigi di Beatrice Alemagna.
Gli facevo la corte da tempo e solo una giornata perfetta poteva convincermi ad acquistarlo.
Ore 13:30 ho recuperato Picca. Mi sono nutrita dell'illuminazione nel suo sguardo quando sono comparsa. Mi ha fatto vedere tutte le sue cose e di nuovo guardava in su, sorridendomi, temendo che scomparissi. Ho pensato "figuriamoci se a casa va a dormire". Invece, arrivate a casa, ciao ciao, ninna, ronf.
Mi sono ributtata nella città. Destinazione amica S., all'ottavo mese di gravidanza. Poi è arrivata l'ora del recupero pomeridiano di Leo. Neanche a dirlo, mi ha subito ricordato la promessa e davanti a ogni bar mi chiedeva se fosse quello il luogo della cioccolata. Servizio completo: tazza grande e panna montata. Era talmente emozionato che l'ha fatta cadere due volte.
Drin, drin. Il doc telefona. Siamo fortunati. Oggi arriva presto. Passa per casa, recupera Picca e ci raggiunge.
Una giornata proprio perfetta.
29 commenti:
non ho parole...semplicemente son felice della tua felicità e spero che tu possa passare tante altre giornate perfette!!
'notte e sogni d'oro
Che bel racconto! Non c'é nulla da fare, per godersi qualcosa davero bisogna sudarsela.
Il libro della Alemagna poi é bellissimo, il povero leone che scambia i filoncini parigini per strane spade, stupendo!
...e altri 1000 di questi giorni
V
Sono molto contenta per te!
"Life goes by pretty fast. If you don't stop and look around once in a while, you could miss it".
MC, e se pensi che non hai fatto nulla di speciale, ma la felicità era tangibile, l'armonia palpabile, fa ancora più effetto. perché, quant'è banale!, ma la felicità sta proprio nelle piccole cose!
Che bella prospettiva, MC, Sentirsi in vacanza nel vivere la quotidianità della propria famiglia! A me capita di sentirmi al lavoro anche quando siamo in vacanza... Punti di vista e normalità diverse...
Sono tanto contenta per te, per questa bella (anzi perfetta) giornata, per come hai saputo assaporarla e ricavarne energia :-)
Anche io noto che il bello di queste eta'e' ancora avere la mamma per se' anche cinque minuti vincendo la "battaglia " e strapparla al lavoro, vale molto piu' di mille regali supercostosi!
La felicità è davvero nelle piccole cose! Grazie per averla condivisa.
Meraviglioso, il non fare nulla di particolare, semplicemente vivere...che bello!!
Pensa, io giornate del genere (a parte la scuola dei bimbi) potrei averle tutti i giorni, ma proprio perché le ho sempre, non me le godo anzi, mi spengono.
Sai che vorrei io? Dovermi mettere un bel paio di tacchi per andare in un ufficio pieno di gente, a fare la PERSONA oltre che la mamma. Magari anche la donna, vah.
Risolverò...
è una fortuna che sant'ilario cada a ridosso delle vacanze natalizie, è come stare in vacanza fino alla metà di gennaio. simona
I giorni perfetti si contano sulle dita...tienili stretti nella memoria, puoi sempre usarne il ricordo per coccolarti quando hai bisogno...un saluto!
che meraviglia, nient'altro! dovrebbero farlo nelle aziende, un giorno di ferie-nonvacanza: un giorno di ferie in più, da prendere rigorosamente staccato dai periodi canonici di vacanza ;-)
Che emozione, e che gioia in questa lacrimuccia che mi commuove leggendoti.
Immaginare la gioia incredula negli occhi dei tuoi bimbi è meraviglioso.
Poi tante considerazioni si addensano come nuvole sulla mia mente. Ma le scaccio: la freschezza di queste tue righe merita solo un sorriso.
Siete meravigliose, veramente. Avete colto un po' di leggerezza che per me, per carattere, è cosa rara.
@Wonder - Ti capisco e vorrei esserti solo di spunto per credere che le cose arrivano al momento opportuno. Ogni scelta, anche quelle che poi sembrano brillanti, hanno un prezzo alto da pagare. Al di là di queste giornate "perfette" ci sono quelle in cui in quel fatidico ufficio, alle 9 di sera, faresti una strage di tutte quelle persone e il film sarebbe "Un giorno di ordinaria follia". :)
Sono pronta a fare una scommessa - e quel giorno dovrai citarmi nel blog - che presto scriverai un post in cui indossi quei tacchi alti :)
@Onda - Posso immaginare quelle considerazioni e le scaccio anche io. Cerco di fare il possibile per non vivere male le varie complessità. Si fa quel che si può...
Un abbraccio a tutte!
Sono contenta per te. COme per Mammain3D, anche a me a volte sembra di vivere una giornata di lavoro. E questo perchè dobbiamo e vogliamo fare tante altre cose oltre a stare con i bambini, così siamo stressate per l'una e l'altra cosa. Invece ogni tanto bisognerebbe lasciarsi vivere e godersi i nostri stupendi bambini. Mi sento fortunata.
@Mammain3D & MdiMS - Quando ho scritto - Se avessimo l'opportunità di chiedere l'istituzione di una nuova festività nel calendario "lavorativo"- pensavo proprio a tutti quelli che lavorano, anche alle persone che lavorano in casa e per la loro famiglia. Questo post è in onore del mio recente sforzo di distinguere i due momenti e godermi i bambini. Lo stesso auguro a chi perde di vista questo.
Traspare in pieno la tua felicità , da ogni tua singola parola...
E tu hai saputo godere pienamente di tutte le piccole cose che questa giornata perfetta ti hanno dato!
Bellissima la tua descrizione, non sai come ti capisco e quanto mi gusto le rare volte in cui posso permettermi il lusso di andare ad accompagnare o ritirare la Piccola alla scuola materna o rientrare piu' presto il pomeriggio e "dare un passaggio" al Grande sulla strada di casa. La mamma assente-presente che diventa presente-presente!
lo sai che la tua felicità traspare da ogni parola!? Ma forse (non vorrei essere semplicistica) basta un giornetto di ferie ogni tanto, senza uan ragione particolare, solo per vedere la sorpresa e la felicità negli occhi dei tuoi bimbi..
@Tutte! - La cosa che mi piace di queste risposte è che mi confermano che non è vero che si tende a commentare solo un post lamentevole ma riusciamo anche a condividere i momenti buoni. Fantastico!
ma non ci credo. anche io adoro l'alemagna che per altro ho avuto il piacere di conoscere di persona (eravamo a scuola insieme e abbiamo fatto una splendida vacanza in colonia durante la quale beatrice mi ha fatto anche un paio di caricature bellissime che era già bravabrava a 15 anni ;-))
grazie per il nostro incontro, mi ha fatto un sacco piacere
che bello sentirti così serena... peccato solo tu non sia riuscita a passare dall'amica N.
ZN
mi è piaciuto tanto questo post perché è proprio quel sapersi godere i momenti così come vengono, come un regalo. ed è anche un monito positivo a chi dice sempre vorrei avere il tempo per e poi quando c l'ha questo tempo, non sa riempirlo di niente, neanche di buoni sentimenti.
grazie
@Panz - Ma non ci hai fatto un quadro con i ritratti dell'Alemagna????
@ZN - Leo aspetta un tango...:))
@Piattins - Sto imparando a valorizzarlo il tempo libero. E' più costoso di un solitario. E bello il tuo ultimo post. Mi ha fatto molto pensare.
ehi, sei stata solo TU a renderla una giornata perfetta. così come siamo sempre NOI a renderle incubi tante altre volte. quando scrivi così ispirata mi fai immergere nella realtà e nella magia delle piccole cose attraverso i tuoi occhi. è questo il segreto della felicità, non è nel prossimo progetto, nè nella prossima cosa da comprare. mi unisco al grazie di Piattini.
Devo venire a Bologna, andrò da Fram. Via Rialto mi ricorda i tempi dell'università, grazie per averlo segnalato e complimenti per la tua bella giornata. E' verissimo quando puoi andare con tranquillità mentre gli altri corrono, il godimento è doppio, triplo, sestuplo...vabbè non vado avanti con i numeri. spero che oggi sia una giornata almeno carina anche se di routine :-)
caspita, leggo questo post in un momento in cui vengo rimproverata proprio perché voglio fare troppo e così non mi godo niente. Mi servirà di lezione, anche perché, come dice Flavia, siamo noi a rendere perfetti certi momenti... Un abbraccio...
p.s. la stessa cosa tua oggi un mio amico, che ho incontrato al nido dei piccoli, e che era a casa perché lavora a Novara (noi siamo a Milano) e oggi era il Santo Patrono. E anche lui al massimo!
Leggerti è sempre un'emozione.
Mi ritrovo nelle tue parole "Mi sono nutrita dell'illuminazione nel suo sguardo quando sono comparsa."
Un papà imperfetto.
una giornata perfetta, un post delizioso!!... Quasi credo di averti accompagnato per una Bologna che non conosco!
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