domenica 6 febbraio 2011

Dipendenze - parte prima

Alberto Cottignoli
Quando mi trovai nel mezzo del mio inferno ci si trovò dentro anche il Doc. Per un po' resse, è sempre stato un po' votato a salvare le vite, ma poi crollò e proprio quando sembrava che mi reggessi con le mie gambe decise di abbandonare il campo. "Me ne vado. Te la devi cavare da sola."
Non disse così ma quella era la sostanza.

All'epoca i miei risultati li ottenevo con l'aiuto contemporaneo di una psicologa, di buone dosi di psicofarmaci e della mia psiche. Perché "aiutati che dio ti aiuta".
La mia psicologa è stata eccezionale. Non c'è giorno in cui non pensi che mi abbia salvata la vita. Sento intorno a me diverse storie molto deludenti di psicoterapia: professionisti muti, inconsistenti e poco efficaci. Percorsi interminabili che non arrivano mai all'affrancamento. Indubbiamente ci sono altrettante storie di successo. Lei mi prese tra le sue braccia, in senso lato, mi fece accomodare davanti a se e sempre guardandomi negli occhi mi fece sviscerare tutto ciò che mi impediva di brillare di luce mia, parlando molto anche lei, suggerendomi letture e riflessioni e poi arrivò il giorno, dopo tre anni, in cui io stessa capii che potevo salutarla e procedere da sola.
Per scherzare racconto sempre che quel giorno capitò quando lei spese la nostra ora e mezza a convincermi che dovevo comprarmi un gatto. In quel momento le dissi "senti io vado".  :)

Mi ha messo nelle mani e nella testa degli strumenti dal valore incommensurabile che mi sarebbero stati imprevedibilmente utili anche dopo, per Leo e per Picca.
Un concetto chiave su cui abbiamo lavorato tanto è stato il concetto di dipendenza.
L'ambito principale in cui questa professionista opera è quello dei Sert per cui è quotidianamente immersa nelle problematiche legate alle tossicodipendenze. Mi chiedevo sempre se non mi percepisse, abituata a gente molto più disgraziata di me, come l'ennesima bambina viziata che si rifugia nella depressione e nei disturbi dell'alimentazione per gridare al mondo di essere ascoltata. Ma era una mia percezione perché dal primo all'ultimo giorno mi ha curata come la prima delle sue pazienti.

Partiva dal presupposto che tutti dipendiamo da qualcosa. Inutile accanirsi su questa certezza. Che lo si voglia o no, tutti sottostiamo a una dipendenza. Prima lo riconosciamo e meglio è per tutti. La differenza sta nella scelta della cosa da cui dipendere. Perché dipendere genera conseguenze costruttive o distruttive.
In quel percorso in parte ero caduta nella tentazione di dipendere dal Doc, come del resto prima avevo deciso di dipendere da qualcun altro che mi portasse via da quella che vivevo come una gabbia. In sostanza io dipendevo da qualcuno che potesse cambiare la mia vita, che le desse la forma che volevo e non solo non capivo che dovevo essere io a prendere le redini e che la cosa fosse possibile, ma che le persone caricate di questa responsabilità si sarebbero presto stancate e avrebbero scelto un'altra strada. Le persone quando si stancano possono decidere di fare due cose: andarsene oppure restare ma per obbligo. Non c'è scampo. E quando decidono di andarsene fanno bene.

Quando argomento questo passaggio molti mi dicono, sempre fraintendendo, che non c'è nulla di male a dipendere da qualcuno, che quello è l'amore. No. Sono irremovibile. Quello non è amore. È un peso disumano. Chiunque, anche una madre, un padre e un figlio possono stancarsi di questo.

Da allora quindi lavorai intensamente sull'autodeterminazione. Feci scelte misurabili concretamente, tipo andare a vivere da sola o partire per il Nepal senza conoscere nessuno dei compagni di viaggio, ma per di più si trattò di adottare contromisure intangibili. Fu dura.

Insieme alla psicologa c'erano anche gli psicofarmaci. Inizialmente non potei neanche esprimermi in merito. Me li iniettavano e basta poi però proseguii con la personale giustificazione che come chi si frattura una gamba prende antidolorifici e fa fisioterapia allo stesso modo io dovessi sottopormi a un trattamento analogo dedicato alla rottura della psiche. Tutto andò per il meglio, arrivò anche il giorno dell'addio alla dipendenza dalle pillole, anche grazie alla terza gamba, la mia psiche appunto che si impegnò molto e trovò molte risposte. 

Il resto è storia.

Questo post è diventato molto lungo ma è per me molto importante e c'è un seguito. Lo pubblicherò fra qualche giorno. Come nella migliore delle tradizioni. Questa però non è una soap opera.

36 commenti:

Wonderland ha detto...

non dico niente, che sei una ragazzetta intelligente pure te. :*

Chiara ha detto...

Aspetto il seguito. Mi interessa moltissimo. Buona settimana!

Zia Atena ha detto...

"Quando argomento questo passaggio molti mi dicono, sempre fraintendendo, che non c'è nulla di male a dipendere da qualcuno, che quello è l'amore. No. Sono irremovibile. Quello non è amore. È un peso disumano."

Questo passaggio a me ha fatto scendere le lacrime, perchè io sono quel qualcuno che ha sentito quel peso disumano e ha deciso di mollare, che ha scelto un'altra strada, che non ce l'ha fatta a caricarsi questa responsabilità.
Il suo psicologo mi ha detto che ho fatto più io in un solo giorno che lui un anno: in quel momento non ho pensato ad essere contenta, ho pensato solo che non sapesse fare il suo lavoro. Mi sveglio molte notti sentendomi in colpa, perchè questo comportamento forse non è amore, o forse lo è troppo.
Ho scelto di non creargli un'altra, ennesima, sbagliatissima dipendenza e, leggendo il tuo post, mi consola capire che forse non ho fatto male.

Grazie.

Sara Salvarani ha detto...

Grazie.
Decisamente mi fai bene.

Ondaluna ha detto...

♡ --> Per te. Ché non c'è bisogno di tante parole.
Posso abbracciarti?

PaolaFrancy ha detto...

Ci siamo già dette tante cose a voce.
Ora ti dico solo che sono contenta per te. Ma non perchè non dipendi da nulla, ma perchè trasmetti serenità. E secondo me è uno dei più bei complimenti...

Riguardo alla dipendenza, sai già come la penso...

pollywantsacracker ha detto...

io credo che per avere il coraggio di aprirsi così senza paura di essere calpestati, sia un segno di grande forza. e amare così tanto una persona da dire: non meriti di pagare per il mio male di vivere, non distruggerò anche te, bè, è un amore davvero adulto. come è un amore adulto dire: ok, io ti amo, ma non puoi distruggermi.
ti stringo forte.
ce la si può fare.

Chiara Trabella ha detto...

Bellissimo post. Solo che ora mi sto chiedendo qual è la mia dipendenza. Da Luca penso di no, a parte il fatto che non riesco a dormire bene senza di lui (soffro di piedi freddi). Dai figli men che mai, anzi non vedo l'ora che vadano fuori dalle balle.
Insomma, vado a scavare...

Mamma Cattiva ha detto...

Oggi mi sento una tigre. Fra due minuti mi risentorò un agnello ma intanto vi rispondo da tigre ;)

Wonder - E anche una personcina a modo... :*
Per me i commenti privati si sommano a quelli pubblici nel renching del top blog :D

@Chiara - Tieniti stretta :)

@ZiaAtena - OT. Tu devi farmi una promessa...quando un giorno diventerai mamma non osare cambiare il tuo nick ;) Per il resto ti ho già risposto...

@Roccia - Aspetta, aspetta. Ma intanto grazie :)

@Onda - E, sì, eh? Non ti sei sentita parte in causa? ;)

@Paola - Questa è solo la prima parte...e ricorda nessuno può non dipendere da qualcosa.
"sono contenta per te. Ma non perchè non dipendi da nulla, ma perchè trasmetti serenità."
Tutti dipendiamo da qualcosa. Anche io. Anche adesso. Bisogna tendere, provare a, lottare per dipendere pittosto da ciò che costruisce invece che distruggere.
Non credo che sarò mai serena. Se trasmetto serenità credimi è una percezione. La mia serenità sta nell'aver capito questo, che sono un'anima in pena e che talvolta posso riuscire a spostare questa energia. Un bacio.

@Polly - Se questo post fosse un libro probabilmente in prima pagina scriverei "dedico questo alla mia amica Polly che mangiava pochi cracker e ascoltava i Nirvana" :D

Snezana ha detto...

Non so cosa vuol dire essere indipendenti,ma veramente,almeno non più,una volta lo sapevo ma era tanto tanto tempo fa...
P.S.Passa per il mio blog, c'è qualcosa per te.

Mamma Cattiva ha detto...

@Lanterna - LOL.

@Snezana - :)
Ci vado ma ti rispondo con attenzione stasera. Tengo da lavurà. ;)

Owl ha detto...

Ho sempre timore a lasciare un commento a post così intimi e personali. Vorrei poter entrare in punta di piedi e chidere se posso, in fondo non ci conosciamo neppure. Io sono stata per qualcuno quel peso disumano. Ho provato a vivere la mia vita attraverso questa persona, di cui sono diventata totalmente dipendente. Mi sembrava l'unica cosa da fare per vincere quella paura che mi bloccava totalmente. Grzie per questo post e spero di non esserti sembrats troppo invadente.

Lalaura ha detto...

io ho letto. e avrei tante cose da dire. ma oggi mi fanno stare troppo male, e mi fanno troppo male e non ne ho voglia. In realtà è un periodo che sento molto "mio" e non ho voglia di sbandierare, di dire, di raccontare. Forse è la fase successiva all'essere sempre arrabbiata, a sentire l'urgenza della polemica, a sentirmi sempre in dovere di mettere in chiaro.
Ecco, io adesso non ne ho più voglia. Vorrei solo stare in silenzio, perché sono stanca della rabbia e del raccontarmi e delle parole che ho gridato.

ti abbraccio

Unknown ha detto...

Io ho letto tutto. E non riesco a fermare il cervello che gira come il cestello della lavatrice mentre centrifuga.
Quanto conosco certe sensazioni.
Quanto conosco come vanno evitate.
Quanto NON riesco ad applicare certe regole. La dipendenza, però, per quanto mi riguarda...non è da qualcuno/qualcosa...è molto più profondo.
Capisco però cosa vuoi dire.
Se ti va ne parliamo in privato.
Un abbraccio

P.s. sei una gran donna!

piattinicinesi ha detto...

mia cara, stamattina mi hai dato una scossa, e mi serviva :)) da ragazzina ho avuto un'esperienza molto forte di cosa vuole dire un recupero da una tossicodipendenza (una persona a me vicina) e lì mi sono resa conto che uscire dalla droga, dai disturbi alimentari, dagli amori sbagliati ti impone comunque lo stesso percorso di autocoscienza e maturazione. anche lì il rapporto con chi ti sta accanto è difficile, e bisogna stare attenti a non lasciarsi trascinare giù. essere forti è una cosa proprio difficile, forse la più difficile. ma anche la più importante.

genny ha detto...

non sono mai stata capace di amare prima di capire da dove nascessero le mie stesse dipendenze, di non dovermene vergognare (appunto si torna al brainstorming del mio post di oggi nato da te:D) e di dover partire dalla ricerca del perchè avessi così tanto bisogno di paletti fragili e dannosi per darmi un senso.A un certo punto se hai un'etichetta, anche se è quella di malattia, almeno ti senti definito. Parallelamente l'esperienza dei sert , per il mio corso di studi, l'ho vissuta dalla parte del medico. e mi sentivo così uguale a loro, così fragile e forte solo grazie a dei puntelli fragili e distruttivi, che ti sembra ti sostengano e invece ti stanno uccidendo.

Son partita da qui per superare i distubi alimentari e gli attacchi di panico.

solo dopo sono riuscita ad amare davvero, quando ho cominciato a capirmi.Ma mentirei se dicessi che è tutto superato.Nei momenti di debolezza, il primo pensiero è quello dell'inadeguatezza... e devo combattere per non aggrapparmi a lui o ai pochi amici per tornare a darmi un senso...

caia coconi ha detto...

cara MC
a me manca questo ultimo step. il coraggio di mettere un punto e delle puntate.
ancora non trovo tutta questa distanza e il tempo che mi separa non e' ancora sufficiente. ancora temo di ricaderci. perche' ne sono uscita, ma a volte penso che io serena non lo sono e non lo diventero'. l'inquitudine che mi contraddistingue e che ho imparato a incanalare in maniera costruttiva potrebbe partire di nuovo per la tangente.
ecco, di questo ho paura. ma forse se me trovo quel coraggio di mettere il punto e fare due puntate di questa storia, potrei metterci anche un bel the end, che questa no, non voglio neanch'io diventi una soap opera.
ti sento molto vicina, luisa, grazie :)

Mamma Cattiva ha detto...

@Own - Lo so che è difficile capire le ragioni di questa apertura, che sembra un modo di esporsi troppo eppure credo che molti di noi abbiano bisogno di sapere che non sono gli unici ad essere fragili. Io sono quella invadente, che ha bisogno di raccontare per dare valore ai piccoli passi che con fatica faccio ogni giorno. Quindi grazie a te per questa delicatezza.

@Lalaura - shhhh...allora. Respira e goditi qualche momento di silenzio, almeno da questo se necessario. Affonda le mani in quella magnifica plastilina che hai fatto. Ci voglio provare pure io.

@Bis - scrivimi in privato se ne hai voglia...

@Anna - lo ripeto fino alla nausea, è sopravvivenza. Se non siamo noi a morire facciamo morire gli altri. Prima ci prendiamo cura di noi e prima faremo del bene a queste persone.

@Genny - leggendo il tuo commento capisco cosa ci lega. Mica i manicaretti :D hai detto delle cose che condivido fortemente, che prima non era amore ma lo è diventato poi e che non dobbiamo illuderci che ottenuti certi risultati poi sia finita lì ed è proprio di questo che vorrei parlare nel seguito.

@Caia - Ti manca perché non c'è per nessuno il punto. Credere che arrivi è un'illusione pericolosa. Io credo nelle fasi, nelle onde, le stesse che nei bambini a volte ci esauriscono e a volte ci portano sulla luna, di diverse intensità, perché poi ci sono anche le fasi insignificanti. Mi capirai meglio nel seguito, quello che per convenzione sto chiamando seguito :)

@Silvietta - non lo so neanche io ma di sicuro mi sento meglio. :*

diana ha detto...

solo e soltanto tanta stima ed ammirazione .....un abbraccio

girandola precaria ha detto...

mamma che brividi. e che brava che ne parli, io ancora non riesco, e trovo che anche quando provo, tantissime persone non capiscono.

aspetto il seguito.

un abbraccio

Anonimo ha detto...

Un grande abbraccio Lu! :)
Isa

Improvvisamente in quattro ha detto...

Penso che tu sia una donna coraggiosa e con "due palle tante".
Penso che la sofferenza possa annientare, ma quando si riesce a rialzarsi, ti renda più forte, sensibile, aperta al mondo e alle persone con le loro innumerevoli debolezze.
Penso che fragilità e coraggio sia un un bel binomio.
Ti abbraccio, MC.

Mamma Cattiva ha detto...

@Diana - Grazie :)

@girandola precaria - Il tuo nick mi suggerisce che il tuo girandolare avrà una fine. Della serie che in certi casi il precariato è auspicabile ;) in bocca al lupo.

@Isa - à bientôt ma belle!

@Improvvisamente in 4 - Stasera mi sento meno forte di quanto vorrei e il tuo commento aiuta. Grazie!

Anonimo ha detto...

io sono stata, sono,qeul peso immane e ho la tendenza ad attrarre quei pesi immani.
cerco di non esserlo per non essere quel peso immane per l'altro, che ha già il suo peso immane,e mi ritrovo a essere il peso immane mio e suo.
mi sono spiegata? no vero?
il tuo post, e ti leggo per la prima volta, mi ha messo una tristezza infinita, e son qui che mi giro le lacrime negli occhi perchè sono in ufficio e non sipuò piangere
e penso che non ho voglia di andare dallo psicologo stasera e non ho voglia di parlare e vorrei solo silenzio e vorrei solo rabbia e determinazione e invece è tutto così insensato se poi alla fine non si guarisce mai e io non so far altro che pensare a quanto mi sento inadeguata
inadeguata in questo mondo, in questa società, in questa stanza, in questo bar davanti a questo bicchiere di vino con le mie amiche, in questo letto in questo mondo col mio uomo...perchè sempre sempre ho questa ragnatela dentro
e inadeguata anche rispetto a chi ha le mie, o le sue, fragilità, a chi mostra come te le sue fragilità...e scoprire di non esser sola dovrebbe rendermi forte, e invece mi sento più debole.
scusami, tu hai condiviso fragilità meravigliose e io sono una nota stonata, ma non sono riuscita atrattenermi dallo scrivere....
grazie
francesca

Mamma Cattiva ha detto...

@Francesca - Non mi sembri tanto stonata, piuttosto in buona compagnia. Non sono in grado di dirti dove si trova l'adeguatezza, ma chi poi mai è adeguato? Quattro volte su cinque mi sento così come dici tu ma è stata la quinta quando non mi si è data altra possibilità che non ho avuto scelta. Vero non si guarisce ma non si muore.

Bob ha detto...

ho iniziato a leggere in ordine sparso partendo dall'ultimo post e di strada ne ho ancora da fare. ma tutto quello che ho letto mi piace.
La mia dipendenza consiste esclusivamente nell'irrefrenabile voglia di vedere il muso di questo esserino che porto in grembo. da nove mesi.
"Ecco, la vita è pronta", così hanno scritto i miei colleghi con una coincidenza disarmante rispetto al mio stato. E ora me la voglio gustare!
Ti saluto ora e da qui, dove forse siamo addiritttura persone milgiori di quelle che si dicono "ciao" in affollate sale riunioni o corridoi traboccanti di opere d'arte... e non.
Roberta

Mamma Cattiva ha detto...

@Bob - Roby, tu mi piaci molto e credo tu lo abbia capito. Al di fuori di quei corridoi, nello scambio solidale dei nostri sguardi. Tieni stretta questa dipendenza ma vivila come amore. Per il resto sarà un cammino di autonomia reciproca. Un abbraccio.
P.S. La vita è pronta è da brividi. Non mi capacito di come ti abbia retto il cuore ;)

Anonimo ha detto...

dipendenza...
anch'io ho le mie e grazie al tuo post mi fermo a stanarle e analizzarle e a portarle fuori per guardarle in faccia e poterle affrontare.
io credo di dipendere dal mio compagno che mi ha cambiato la vita (in meglio) e mi ha tolto una dipendenza grande e grossa, quella dalla mia famiglia di origine (ma non del tutto ancora).
ora, come definire questa dipendenza che ha portato nella mia vita positività sicuramente ma ha originato un'altra dipendenza?
in questo periodo penso che qualcosa stia cambiando nel rapporto di coppia, mi sento più indipendente più sicura di me e del nostro amore e della coppia, per cui comincio a ragionare ed a fare scelte da sola. ho voglia di farmi un viaggio da sola,mi piacerebbe affrontare il cammino di santiago, a piedi, da sola...
quando farò qualcosa di veramente eclatante da sola, mi sarò liberata da quest'altra dipendenza. comunque non la sto vivendo male, so che c'è che mi accompagna, che è stata pericolosa e potrebbe esserlo ancora, ma cerco di tenerla sotto controllo...perchè IO VALGO...DA SOLA!
un abbraccio a tutte
e grazie MC di questo spazio.
Giada (vela834.splinder.it)

Ueuetta ha detto...

Brava. Standing ovation per tutto questo lavoro. Non smettere!

LOLA ha detto...

giusto! autodeterminazione ... da tanto che non lo dicevo, non lo pensavo ...
E la dipendenza di voler far dipendere da te altri? ...come i nostri figli, importantissimo dargli gli strumenti per una vera autonomia.
grazie
baci

Emy ha detto...

Era un po' che non passavo x blog...mi sono dovuta fermare e rileggerlo 2-3 volte. Perchè ogni frase era un aggancio che faceva riflettere su varie fasi della mia vita... aspetto il seguito e spero mi sia d'aiuto per chiudere il ciclo dei miei pensieri.
ci vuole forza e coraggio a gardarsi dentro ma ancor di più a mostrarsi agli altri per ciò che si è.
Ti posso dire sono uns cosa: sei una donna forte, non dimenticarlo mai.

Giuliana ha detto...

noi ne abbiamo già parlato, in una bellissima cornice anche se faceva un po' freddo.
perciò volevo solo dirti, per iscritto, che ti ammiro molto, e che ci sono.

Pocahontas ha detto...

Kudos.

Anonimo ha detto...

Cara Mamma Cattiva,
ti leggevo prima di ora solo negli interventi su genitoricrescono. Non ho molto tempo per seguire attentamente i blog, ma il desiderio di conoscere meglio c'è, così eccomi qui. Ho letto solo questo e il post precedente. Non ti conosco, ma questo post dice cose che mi assomigliano. Ho sofferto di depressione e di disturbi dell'alimentazione, poterne parlare è bello, fa bene. Ho conosciuto al Sert una psicologa ch mi h "preso fa le sue braccia" e mi ha aiutato a riconoscere le mie ali e ad asciugarle con attenzione perchè potessere di nuovo aprisi in volo.
Anche per me c'è stato un viaggio da sola, lungo, ma in Argentina, MOLTO significativo.
Avrei sempre voluto dimostare di poter essere indipendente da tutto e tutti, che pazza!! Arrendersi all'evidenza che si dipende, sempre in un modo o nell'altro...bè, facilita. Ma concordo con te: non è Amore. La persona che mi era a fianco nel momento più "marcio" mi ha aiutata molto , ma poi alla fine non ha resistito e ha deciso di andarsene, E concordo di nuovo: ha fatto bene.
Non mi dilungo oltre, che poi mi diresti: "sì, ma qs è il mio blog mica il tuo"...e avresti ragione!
Mi emoziona, e molto, condividere un passato (e presente) così denso.
Leggo peraltro che sei a Parma??? Io sono a Salsomaggiore.
Ti abbraccio, e aspetto anch'io...
Letizia

M.C.C. ha detto...

Ciao
complimenti per il tuo blog!
Volelo invitarti a visitare un nuovo blog nato come laboratorio ludico-creativo per bambini e genitori.
E' appena nato ma arriverà carico di attività.
E' previsto anche uno spazio di condivisione con mamme creative, interviste, giochi e attività.
Se ti va,
ti aspetto!!!

Emy ha detto...

Ti vorrei abbracciare, che fatica vivere...


Credo che i libri di Alice Miller ti piacerebbero...te li consiglio, intanto ti invito a leggere quihttp://nontogliermiilsorriso.org/drupal/
A me è servito molto