Leo da piccolo aveva una strana fissazione: adorava il moto rotatorio.
Tutti i bambini si incantano davanti una lavatrice ma Leo andava oltre; non solo era capace di passare un tempo decisamente lungo davanti alla centrifuga ma qualsiasi cosa gli davi in mano tentava di farla girare; le sue braccia non erano da meno. Sembrava un mulino a vento. Certe volte mi faceva anche saltare i nervi. Quando quindi è arrivato questo, una canna da pesca magnetica con cui accalappiare gli animaletti calamitati, passava il tempo a farla girare vorticosamente. Ipnotizzato.
Lo osservavo e non capivo. Il solo fatto che però ci passasse del tempo sereno e contento mi faceva abbassare la guardia e questo gioco lo ha aiutato in uno dei traguardi più attesi da noi genitori: camminare.
Leo si tirava su e iniziava il suo gi(r)a-gi(r)a, così lo chiamava, occhi attenti e concentrati sulla pallina rossa che roteava. E piano, piano si è staccato, in equilibrio. Sembrava un funambolo ma anche un folletto. Non mi capacitavo di questa sua passione ma fatto sta che ha imparato a camminare senza che mi spezzassi la schiena e lasciato un ricordo bizzarro sulle sue prime visioni del mondo.
Il gioco è ovviamente rimasto a disposizione di Picca con Leo che le mostrava le sue abilità da pescatore e oggi gli animaletti sono insieme a tutti gli altri, speranzosi di essere catturati dalle loro manine, un giorno tenere e l'altro aggressive e ingrate. Credo che chiunque abbia visto Toy Story 3 abbia oggi una visione diversa dei giocattoli dei nostri figli.
Picca quando deve andare in un luogo poco conosciuto, tipo la scuola in questo periodo di inserimento, cattura qua e la qualche piccolo gioco rassicurante e "mi fanno compagnia" è il suo modo per dirmi "ti prego fammeli portare con me". Questi piccoli pupazzetti morbidi hanno spesso il privilegio di investire questo ruolo ma sono cinque e non sempre sono tutti a disposizione.
Stamattina ha scelto una giraffa di gomma ma quando siamo saliti in macchina abbiamo trovato il
MC: "Guarda, Picca. Il
Lei lo ha afferrato salvandolo dalla solitudine.
MC: "Povero
MC: "Pensa a come si è sentito, al buio, con il temporale, i tuoni e i lampi".
MC: "Deve aver pensato -Oddio, mi hanno abbandonato, qui in questa macchina al gelo, mentre Leo e Picca se la godono con tutti gli altri giochi-".
…
MC: "…oppure…bè, e se invece avesse detto - WOW! Grandioso! Che bello! Finalmente mi godo la notte…Guarda che lampi, sembrano fuochi d'artificio. Adesso ballo al ritmo della pioggia. E canto urlando, tanto nessuno mi sente. Stupendo quei due monelli si sono dimenticati di me e io canto e ballo…!
Leo: "Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"
E' una questione di conversazioni. Possiamo sempre scegliere quale versione proporre.
Questo post partecipa al blogstorming.
9 commenti:
giusta osservazione!
è confortante sapere che possiamo aiutare i nostri figli a guardare l'intorno da angolazioni diverse. insegnargli che non esiste una sola verità da perseguire. e che se ci lasciamo guidare dalla creatività possiamo guarire il mondo dalle bruttezze!
oggi mi sento così vergognosamente ottimista...
che dolci...certi giochi rimangono nell'anima anche se poi se si danno ad altri bambini ..il loro ciclo riparte....la mattina anche la mia twin G sembra che deve sempre portarsi qualcosa per andare a scuola e poi lo lascia nella mia macchina... e la sera mi chiede ma dov'è?
vieni a stare da me in questi giorni? il francy è in crisi nera, il moschettiere oggi va in turchia.
sto provando a parlare a Francesco in qualunque modo, ma non funziona nulla.
però ora mi è venuto in mente che forse non ho sperimentato proprio tutti tutti i modi.
ci proverò.
un bacio, paola
il polipo rosa che balla sotto il temporale mi accompagnerà per tutta la giornata!
questo gioco mi ricorda qualcosa... ;-) so happy to have made them happy!
by the way, preferisco la versione "ballando sotto la pioggia".
un bacio a L&P e al polipetto...
ZN
Già...Ribaltare una situazione è solo questione di prospettive.
Giorni fa, in occasione di una breve vacanza, abbiamo dimenticato a casa Orso Riccio.
Superboy era disperato, senza di lui non riesce a dormire.
Per tutta la vacanza mi ha stressata con la storia dell'abbandono del suo amico. Al ritorno, l'ha abbracciato così come un soldato avrebbe abbracciato la madre al ritorno da un lungo conflitto.
Lì ho avuto la tentazione di dirgli: tranquillo, Orso Riccio se l'è spassata alla grande con la Barbie e Coniglia di Pezza.
Mi sono astenuta, viva Dio ogni tanto collego il cervello, e gli ho risposto più o meno come hai fatto tu :-)
Seconda versione è quella che preferisco!Ho letto alcuni dei tuoi post precedenti,e quello sul numero perfetto mi ha dato conferma su tanti miei pensieri(visto che sto "pensando" di fare un altro bambino) e sono contenta di averlo letto!
A presto!
Hai capovolto la situazione in un modo famtastico, non so se mi sarebbe venuto in mente così su due piedi.
P.s. da me c'è un pensiero x te!
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