domenica 21 novembre 2010

Sorprese indelebili


I bambini in quanto persone sono differenti l'uno dall'altro. Impercettibilmente quando sono molto piccoli se li viviamo in solitudine, più tangibilmente se li confrontiamo ad altri e ancora più evidentemente quando crescono e iniziano a comunicare la loro personalità, i loro gusti e i loro limiti, quando iniziano a comunicare con noi e il mondo che li sovrasta.

I bambini nascono buoni. E' il mondo esterno che li disturba. Quando non sono buoni e bravi è perché sono incazzati, con i rumori di sottofondo, con gli odori prepotenti, con una mamma e un papà, un fratello o una sorella, un mondo di persone, ognuno con le sue regole, buone o cattive che siano. I bambini però nascono buoni. Nascono educati, generosi, semplici nei bisogni e nelle ambizioni. Nascono e crescono altruisti, disposti a fare e ad aiutare se non fosse che qualcuno dice sempre loro come si può fare meglio, come si può ottenere di più.

Prendi un Leo ma anche una Picca. Sono sempre in prima linea quando si tratta di aiutare, di fare, di provare, di proporre.

Quando aspettavo Picca la prima tata di Leo ci lasciò è ne arrivò un'altra: Mh.
Mh è stata tra le migliori che abbiamo avuto. E' stata perché a un certo punto è rimasta incinta e non mi sono sentita di farle rischiare la sua gravidanza per prendersi cura dei miei due e quindi ha anticipato il sui congedo come previsto per chi si occupa di lavori pesanti.
Quando era con noi curava i miei bambini come fossero suoi ma senza mai dimenticare che io ero la mamma. Al mio compleanno si presentò a casa di ritorno dal nido con Leo con in braccio un mazzo di fiori. Leo era piccolo ma aveva colto il gesto e se ne era caricato di tutta l'enfasi suggerita.
Un'altra sera Mh ha lasciato uscire me e il Doc per un anniversario e al ritorno ci ha fatto trovare un lavoretto fatto con i bambini primi che andassero a letto, con il calco delle loro manine e una lettera scritta con le loro parole suggerite.

I bambini sono ricchi di fantasia. Se la perdono per strada quando pretendiamo che siano perfetti, quando non li lasciamo sbagliare, quando non spieghiamo loro le cose, quando non gliele suggeriamo, quando si fa in un modo e basta, quando l'intransigenza nostra rende intolleranti loro.

Ieri era il mio non compleanno e la mattina Leo mi ha detto che considerato che non era più il mio compleanno mi avrebbe fatto una sorpresa. E' corso in camera con Picca che sempre lo insegue e mi ha regalato un portafortuna, un oggetto minuscolo, anche un po' bruttino e io gli ho detto che lo avrei portato sempre con me nella mia borsa. Lui mi ha chiesto di dire a tutti che me lo aveva regalato il mio bambino.

Così piccolo ha capito che le sorprese sono ancora più sorprendenti quando non te l'aspetti, che sono piccole, invisibili quasi, che poi hai voglia di portarle sempre con te, indelebili.

I bambini si guastano da grandi quando si dimenticano di quando erano bambini, quando diventano arroganti, ambiziosi, materialisti e terribilmente egoisti.
Forse quando sono piccoli dovremmo valorizzare quello che stanno per perdere, perché sono maschi e non devono piangere e amare i fiori, perché sono femmine e devono prendersi cura della casa e dei più grandi.

Lasciamoli fare. Lasciamoli essere diversi.

domenica 14 novembre 2010

La volpe e il part-time

Ron Tandberg
Tutte le volte che mi sento dire che la soluzione a tutto, anche al raffreddore, è il part-time mi si rivoltano le budella. Va bene sì che lavorare meno è sempre meglio che lavorare troppo ma ottenere il part-time cambierebbe notevolmente diversi aspetti della mia vita.

Prima cosa non so neanche come si faccia a chiedere il part-time. Poi se chiedessi il part-time non me lo darebbero. Inoltre se mi concedessero il part-time dovrei cambiare il contenuto del mio lavoro perché, non è presunzione o onnipotenza, ma il mio lavoro non è esercitabile a tempo ridotto. Vale lo stesso discorso per il Doc. Un pediatra non può mica arrivare un giorno e dire: ragazzi, sai cosa c'è? Da oggi lavoro la metà. Probabilmente sono disorganizzata, inefficiente, sotto-strutturata ma io lascio ogni giorno il lavoro con la sensazione che avrei avuto bisogno di altre tre, quattro ore. 

E se è vero che sono sempre in affanno, riuscirei a fare anche meno in quattro o sei ore, o no?

Vorrei poi un elenco di mestieri che si possano esercitare part-time. Giusto per capire se ce ne è uno a cui potrei aspirare e di cui potrei valutare le conseguenze, soprattutto dal punto di vista economico.

Se lavorassi part-time e quindi il mio lavoro cambiasse contenuto, infatti, verrei ovviamente pagata meno e non solo perché lavorerei meno ore, ma anche perché quello che farei varrebbe meno.

Tornando a casa prima dovrei dunque occuparmi della casa, sai che fatica? Probabilmente dovrei pure stirare e io lo detesto.

Con il part-time mi toccherebbe pure tornare a fare un po' di sport, perché a quel punto il tempo ci sarebbe e il jogging e lo stretching al parco non avrebbero prezzo.
 
Trovandomi ogni giorno ad uscire prima, dovrei subire quotidianamente lo sguardo interrogatorio e supponente dei colleghi che invece loro sì che lavorano, mica come me che lavoro mezza giornata. Dovrei ricordare al mio capo che no, non ho chiesto un permesso ma quello è il mio orario e lui il giorno dopo me lo richiederebbe di nuovo perché se lo dimentica ogni volta.

Con il part-time niente più trasferte perché non ci sarebbe tempo per andare e tornare.

Part-time mi sentirei sola, lì a godere di tempo libero senza il Doc che fa il full-time. E al suo rientro non avrei più scuse: mi toccherebbe cucinare più decentemente ogni santo benedetto giorno.

Ah, stavo per dimenticare, dovrei pure andare alle feste dei bambini dal lunedì al venerdì ;-)